Il concetto di memoria, come sa chi mi conosce, mi è abbastanza astratto.
Tendo, ahimè, a dimenticare....
Mi viene in mente un brano del penultimo libro di Daniel Pennac, l'avventura teatrale - le mie italiane, dove descrive con molta attenzione lo stato di deficit della sua memoria e che rispecchia anche il mio. Ecco un paio di brani:
[...] Una volta ottenuta questa seconda versione di Grazie, ho deciso di impararla a memoria. Non era indispensabile, per una lettura, ma ho un vecchio conto in sospeso con la mia memoria. Dai primi giorni di scuola fino all'ultima porta di cui ho dimenticato il codice (ancora questa mattina, la porta del mio studio: B 96 72, ma ormai è troppo tardi) io e la mia memoria siamo impegnati in una guerra senza tregua di cui perdo quasi tutte le battaglie. [...]
[...] E tutte le conversazioni, più tarlate che mai, smagliate proprio nei punti dove occorrerebbe brillare (titoli dimenticati di romanzi, di film, di opere teatrali, di saggi, di quadri, nomi di personaggi o di autori o di città, date quanto mai storiche, riferimenti indispensabili, inutile aprire l'elenco di queste dimenticanze, è un elenco infinito)... Ah! Le mie tirate che si afflosciano per mancanza di carburante nei momenti cruciali, i miei atterraggi di emergenza da chiacchierone smemorato... non è cambiato nulla, anzi, semmai le cose sono peggiorate. [...]
In pratica, una catastrofe. Sarà a causa delle droghe usate in gioventù o semplicemente alla genetica del mio dna che mi ha fatto con un cervello in ram, tendo a dimenticare appuntamenti, ricorrenze, compleanni, nomi di persona... in questi giorni ho rimosso la pasqua più e più volte. Ed il fatto che sono ateo non aiuta molto.
Finirò come in Memento...
giovedì 20 marzo 2008
Breve parentesi mnemonica.
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