lunedì 31 marzo 2008

Epitaffi e divagazione sulla morte



My soul is painted like the wings of butterflies
Fairy tales of yesterday will grow but never die
I can fly, my friends...


Restando in tema di Queen. Quella sopra è una strofa di the show must go on. Oltre che essere da sempre il mio epitaffio quando morirò. Vado ripetendolo da anni a chiunque mi conosca nella speranza che almeno uno se ne ricordi, il giorno della mia morte. Anche se, mi rendo conto, c'è la possibilità che le persone a cui l'ho riferito vengano a sapere della mia morte con un discreto ritardo e quindi a cose fatte.

Ci rifletto spesso sulla morte, la mia specialmente. E rifletto sulla modalità. Senza nessun tipo di ansia; Piero Angela l'ha definita una gran scocciatura ed io sono d'accordo. Malattia, incidente, vecchiaia, suicidio. Come tutti spero di non soffrire, anche se ho sempre ritenuto una fesseria frasi del genere "è morto nel sonno, non ha sofferto". Che io sappia nessuno è tornato dopo 3 giorni dicendo che non ha sofferto ma che è morto con serenità alla faccia di tutti.

Trovo interessante l'idea fantasiosa della morte vestita di nero con falce a seguito. Che sia il "tristo mietitore" dei Monthy Python's o quella più filosofica di Bergman ne "il settimo sigillo". O, ancora, quella che prende l'uomo sbagliato in un episodio di Harry a pezzi, di Woody Allen. Non si può rimandare l'inevitabile. Si può, però, certamente accellerarlo. La morte intesa come suicidio: una vigliaccata per chi resta, una liberazione per chi parte.

Dal mio punto di vista, una libera scelta soggettiva e come tale deve essere rispettata lasciando da parte egoismi e dogmi religiosi. Religione che con la morte ci va a nozze. Tutta la religione si basa su un ipotetico "dopo". Questo perché la gente ha paura di morire, è terrorizzata dal fatto che tutto finisca. Cerca rifugio in qualcosa che dica loro, in primis, che tutto quello che fanno non è inutile, in secundis che c'è un premio alla fine inteso come vita eterna.

Se così fosse, spero sia lo stesso per i gatti, il cane, i criceti, i pesci rossi, gli uccelli, le anguille, le tartarughe di terra e di acqua, i grilli, i bruchi, i girini, che sono passati da casa mia e ai quali ero affezionato.


domenica 30 marzo 2008

Queen - You Take My Breath Away


Dal Ballet For Life di Maurice Bejart



Look into my eyes and you'll see I'm the only one
You've captured my love stolen my heart
Changed my life
Every time you make a move you destroy my mind
And the way you touch
I lose control and shiver deep inside
You take my breath away

You can reduce me to tears with a single sigh
Ev'ry breath that you take
Any sound that you make is a whisper in my ear
I could give up all my life for just one kiss
I would surely die if you dismiss me from your love
You take my breath away

So please don't go
Don't leave me here all by myself
I get ever so lonely from time to time
I will find you anywhere you go
I'll be right behind you
Right until the ends of the earth
I'll get no sleep TILL I find you
To tell you that you just take my breath away

I will find you anywhere you go
Right until the ends of the earth
I'll get no sleep until I find you
To tell you when I've found you

I love you


sabato 29 marzo 2008

Incontri


Stamani sono uscito per andare a tagliarmi i capelli. La mia parrucchera è grandiosa; non tanto per i tagli che fa - io mi faccio il solito taglio classico - ma per il meraviglioso massaggio alla testa che esegue al momento dello shampoo. Te stai lì, con la testa tutta insaponata, e lei per un buon 5 minuti ti fa provare piaceri sconosciuti.

Uscito da lì, sono andato a fare un po' di spesa in un centro commerciale vicino casa. Dopo aver fatto i miei giri - brevi, non amo perder tempo a girare a vuoto - ed una volta pagato i miei acquisti, faccio per andarmene quando mi sento tirare il braccio. Mi giro e vedo che una ragazza che non conosco mi sta dicendo qualcosa che non sento. Avevo le cuffie.

- Scusa non ho sentito nulla per via delle cuffie...
- No, figurati. Ti volevo chiedere quanto sei alto.
(inarco un sopracciglio) - Beh, 1.89, perché?
- Ah, grazie, il fatto è che devo incontrare una persona che è alta 1.92 ed ero curiosa di vedere più o meno l'altezza.
- Beh, fai due o tre cm in più e siamo lì.

Si avvicina, mi si mette accanto, guarda la nostra immagine riflessa nella vetrina e fa:

- Dai, non va poi così male la differenza d'altezza, no?
(sarà stata 1.67, su per giù) - Accanto a me sicuramente no.

Ride, la saluto, le auguro un in bocca al lupo per il suo incontro a sopresa e me ne vado. Se un giorno la incontrerò ancora in quel grande magazzino le chiederò com'è andata a finire.


giovedì 27 marzo 2008

Vent'anni fa


Ok, lo ammetto, sono un nostalgico. Un nostalgico del ventennio. Il mio ventennio, non quell'altro. Quando con 1000 lire compravi sette panini e ti davano pure il resto. Un Lemonissimo, il ghiacciolo ripieno dell'Algida, costava 150 lire e il Fior di fragola, che era più fighetto, 250. Gli ovetti Kinder ti davano sorprese geniali. C'era Goldrake e la mia cotta per Venusia, il mio primo vero amore.

Tempi in cui non esisteva neanche la sensazione della nascita di qualcosa come internet, non esistevano telefonini, si giocava a pallone per la strada e il massimo pericolo che si poteva correre erano le sonore mazzate delle madri quando rientravi tardi e tutto sporco di fango o, peggio ancora, con l'ennesimo pantalone della tuta strappato sulle ginocchia.

Mi ricordo una volta che piansi a scuola, esattamente venti anni fa. Facevo la seconda o la terza media e non avevo la minima intenzione di piangere. Tutt'altro, ero partito da casa orgoglioso di me stesso per essere riuscito a fare quel compito bastardo di educazione tecnica che non usciva mai a nessuno. Però, a me, il pomeriggio del giorno prima era riuscito. Goniometro, compasso e squadra. Fu un gioco da ragazzi.

All'epoca avevo una mente reattivissima. Quando c'erano i giochi di intelligenza matematici io, anche se non godevo del massimo della popolarità, finivo sempre al centro dell'attenzione perché li risolvevo prima e più velocemente degli altri. Per cui non mi meravigliai più di tanto quando a casa, armato degli strumenti detti e del foglio A4 da disegno, riuscii a farlo.

Il giorno dopo lo portai a scuola, lo feci vedere al mio insegnante che rimase colpito e magari stupito del fatto che io l'avessi fatto, e mi si riempì il cuore. Durò poco però: infatti il professore fece subito fare una verifica in classe sullo stesso disegno. Ovviamente in classe non riuscii a farlo. Venne giù il mondo e prese la forma di ettolitri di lacrime.

Io sapevo che lo avevo fatto a casa, sapevo di essere capace a farlo, eppure in classe non venne nulla. Il goniometro non goniometrava, il compasso si rifiutava di fare gli stessi movimenti, la squadra mi aveva ormai abbandonato. E' uno dei ricordi più tristi della scuola media. Ne conservo pochi, devo dire, ma per lo più sono piacevoli e felici. Note e ammonizioni con diffida sul registro comprese. Vent'anni fa.


martedì 25 marzo 2008

Sabrina imita nonno Mario


Questa è mia nipote in una delle sue tante imitazioni dei vari componenti della mia famiglia...


sabato 22 marzo 2008

Harry Potter e i doni della morte.


Ieri ho finito di leggere Harry Potter e i doni della morte, settimo ed ultimo libro della saga scritta da J.K. Rowling.
Non avevo intenzione di leggerli tutti e sette, onestamente, anche perché non aveva mai stuzzicato la mia curiosità. Volevo soltanto leggere l'ultimo.

Chiedendo numi ad un'amica molto potteriana sulla possibilità di saltare a piè pari sei libri, la sua risposta su msn è stata:

15/01/2008 19.12.22 (miss reyk --i'm the one person) . eg flýt um i neðarsjávar hýði: COME SI FA A LEGGERE IL SETTIMO LIBRO DI UNA SAGA IN CUI TUTTI I RIMANDI AI VECCHI LIBRI (rimandi che magari non sono nemmeno presenti nei film) SONO FONDAMENTALI? xD

Il risultato? In due mesi ho letto sette libri. I primi due sono davvero per ragazzi, dal terzo le cose si fanno interessanti fino ad arrivare al sesto e al settimo che sono davvero notevoli. Complimenti quindi alla Rowling. Ottima saga, ben scritta, con colpi di scena non scontati e con gente di primo piano che muore.

Ne consiglio la lettura pure ai più scettici (ed io ero tra quelli).

"After all this time?"
"Always"


giovedì 20 marzo 2008

Breve parentesi mnemonica.


Il concetto di memoria, come sa chi mi conosce, mi è abbastanza astratto.
Tendo, ahimè, a dimenticare....

Mi viene in mente un brano del penultimo libro di Daniel Pennac, l'avventura teatrale - le mie italiane, dove descrive con molta attenzione lo stato di deficit della sua memoria e che rispecchia anche il mio. Ecco un paio di brani:

[...] Una volta ottenuta questa seconda versione di Grazie, ho deciso di impararla a memoria. Non era indispensabile, per una lettura, ma ho un vecchio conto in sospeso con la mia memoria. Dai primi giorni di scuola fino all'ultima porta di cui ho dimenticato il codice (ancora questa mattina, la porta del mio studio: B 96 72, ma ormai è troppo tardi) io e la mia memoria siamo impegnati in una guerra senza tregua di cui perdo quasi tutte le battaglie. [...]

[...] E tutte le conversazioni, più tarlate che mai, smagliate proprio nei punti dove occorrerebbe brillare (titoli dimenticati di romanzi, di film, di opere teatrali, di saggi, di quadri, nomi di personaggi o di autori o di città, date quanto mai storiche, riferimenti indispensabili, inutile aprire l'elenco di queste dimenticanze, è un elenco infinito)... Ah! Le mie tirate che si afflosciano per mancanza di carburante nei momenti cruciali, i miei atterraggi di emergenza da chiacchierone smemorato... non è cambiato nulla, anzi, semmai le cose sono peggiorate. [...]


In pratica, una catastrofe. Sarà a causa delle droghe usate in gioventù o semplicemente alla genetica del mio dna che mi ha fatto con un cervello in ram, tendo a dimenticare appuntamenti, ricorrenze, compleanni, nomi di persona... in questi giorni ho rimosso la pasqua più e più volte. Ed il fatto che sono ateo non aiuta molto.

Finirò come in Memento...


martedì 18 marzo 2008

South Park - Le morti di Kenny



domenica 16 marzo 2008

Erase and restart and farewell for ever, world.


Riflessione:

siamo attaccati ai ricordi perché non possono cambiare; affievolirsi magari, cancellarsi talvolta, ma nella sostanza sono immutevoli.

Come con le persone che abbiamo incontrato nella vita e che non frequentiamo più.

I quei casi noi ne conserviamo un ricordo positivo - quando lo è - e ce lo portiamo dietro per sempre.

Purtroppo le persone cambiano e a noi non rimane che il ricordo di com'erano.

Viviamo nel passato rendendoci conto che il presente non vi corrisponde.

Bisognerebbe tagliare i ponti con le persone e cancellare la propria memoria.

Per questo eternal sunshine of the spotless mind è un film illuminante.

Erase and restart and farewell for ever, world.


venerdì 14 marzo 2008

Le piante grasse non discriminano.


Faccio sogni strani ma non li racconto. Rischio di essere deriso come mi è capitato recentemente.

Comunque sempre meglio la mia vita che quella di una pianta grassa. Avesse le spine almeno sarebbe un cactus e tutti la rispetterebbero; non ha spine ed è grassa. Sfigata.

In ogni modo mi addormento con difficoltà, mi sveglio con difficoltà e con l'erezione mattutina.

Poteva andare peggio.

Le piante grasse non hanno pene. Ma soffrono.

E' un mondo che discrimina.

Oggi ho aiutato una donna filippina a portare il passeggino col pupetto su per le scale della metropolitana.

Ma il mondo continua a discriminare.


mercoledì 12 marzo 2008

La sfiga ha un nome... e ve ne accorgerete...


E comunque Berlusconi porta sfiga: ha predetto la vittoria della Juventus contro la fiorentina, quella del Milan e del Real Madrid in champions e quella dell'Inter sempre in champions.

Quattro su quattro...

Porta sfiga...



Stop the pigeon... Howww?!?!?!



lunedì 10 marzo 2008

Charles Baudelaire - La mort des amants


...giornata piovosa...

Nous aurons des lits pleins d'odeurs légères,
Des divans profonds comme des tombeaux,
Et d'étranges fleurs sur des étagères,
Ecloses pour nous sous des cieux plus beaux.

Usant à l'envi leurs chaleurs dernières,
Nos deux coeurs seront deux vastes flambeaux,
Qui réfléchiront leurs doubles lumières
Dans nos deux esprits, ces miroirs jumeaux.

Un soir fait de rose et de bleu mystique,
Nous échangerons un éclair unique,
Comme un long sanglot, tout chargé d'adieux;

Et plus tard un Ange, entr'ouvrant les portes,
Viendra ranimer, fidèle et joyeux,
Les miroirs ternis et les flammes mortes.


Avremo letti intrisi di sentori
tenui, divani oscuri come avelli,
sulle mensole nuovi e strani fiori,
nati per noi sotto cieli più belli.

Consumandosi a gara, i nostri cuori
come due grandi torce due ruscelli
verseranno di vampe e di fulgori
nei nostri spiriti, specchi gemelli.

Una sera di rosa e azzurro mistico,
un lampo solo ci vedrà commisti,
lungo singhiozzo carico d'addio.

Un Angelo, schiudendo indi le porte,
a ravvivar verrà, gaudioso e pio,
gli specchi opachi e le due fiamme morte.


domenica 9 marzo 2008

Me ne lavo le mani


Ci sono cose che non dovrebbero accadere.
Questo blog è una di quelle.

Non è nato per mia volontà ma per consulenza tecnica ad un altro blog.

Onestamente pensavo di abortirlo, una volta esaurita la sua utilità conto terzi, ma poi ho pensato che Giuliano Ferrara avrebbe pianto e chi sono io per rendere triste un ometto di cotanta (ma tanta) simpatia?

Per cui l'ho fatto nascere e lo nutrirò di qualcosa che si avvicinerà al termine "cazzate", che potrà ricordare il termine "cazzate" e che, soprattutto, saranno emerite cazzate.

Fine prologo.